Dopo la prima parte sui cereali del grano, oggi parliamo delle conseguenze che il glutine ha sulla nostra salute.
Per gli uomini, che hanno vissuto come cacciatori-raccoglitori per oltre 2,5 milioni di anni, il glutine rappresenta una novità della dieta moderna, molto difficile da digerire.
E dire che questo crea problemi alla salute è un eufemismo.
Sebbene il problema sia comunemente associato alla malattia celiaca, molte persone non considerano l’impatto profondo sulla salute della sensibilità al glutine che negli effetti è tanto dannosa quanto la celiachia.
Si stima (in modo conservativo) che 1 persona su 200 sia celiaca (assenza di villi intestinali).Click To TweetMa alcuni ricercatori hanno recentemente ipotizzato che i numeri siano leggermente differenti e che l’incidenza della malattia celiaca sia presente in 1 persona su 30.
In un articolo pubblicato su Pediatrics gli autori hanno affermato: “negli ultimi 7 anni, 1 bambino su 4 è stato diagnosticato con malattia celiaca nello stato di Alberta come risultato di una ricerca di condizioni associate, consistente con i dati provenienti dal Regno Unito” (McGovan, 2009) di cui circa il 50% non presentava alcun sintomo apparente.
La sensibilità al glutine (non diagnosticata nella ricerca appena menzionata, a differenza della malattia celiaca) è molto più comune della celiachia anche se, i rischi sulla salute appaiono identici.
In entrambi i casi si tratta di condizioni autoimmuni che creano infiammazione ed effetti immunitari in tutto il corpo.
In uno studio condotto negli USA e pubblicato da Rubio-Tabia nel 2009 sulla rivista Gastroenterology, comparando 9.133 campioni di sangue prelevati da soggetti in salute dal 1948 al 1954 con altri 12.768 campioni prelevati in altri soggetti 50 anni dopo, si è scoperto che che c’è stato un aumento del 400% nell’incidenza della malattia celiaca (senza contare la sensibilità al glutine).
A seguito della ricerca Rubio-Tabia, secondo il magazine The Lancet, in un soggetto con malattia celiaca o sensibilità al glutine, il rischio di morte per qualsiasi causa era drammaticamente maggiore:
il tasso di mortalità aumentò significativamente a causa del ritardo nella diagnosi, il quadro sintomatico e l’adozione di una dieta senza glutine […] la scelta di non seguire una dieta senza glutine, definita come “consumare glutine una volta al mese” aumentò il rischio relativo di morte del 600% (Corrao et al. 2001).
In una ricerca di Farrell e Kelly pubblicata sul The New Journal of Medicine ha evidenziato che ben 55 malattie sono causate dal glutine.
Tra queste, ci sono:
- malattie cardiache
- cancro
- quasi tutte le malattie autoimmuni
- osteoporosi
- sindrome del colon irritabile ed altri disturbi gastrointestinali
- malattie a carico della cistifellea
- tiroidite di Hashimoto
- emicrania, epilessia
- morbo di Parkinson
- sclerosi laterale amiotrofica
- neuropatie e molti altri disordini neurologici degenerativi come l’autismo, che è tecnicamente un disturbo autoimmune del cervello.
Il glutine può anche causare molto malattie psichiatriche come l’ansietà, il bipolarismo, la depressione, la demenza e la schizofrenia.
Conseguenze della sensibilità al glutine
L’attacco immunitario contro il frumento non solo danneggia l’intestino, ma anche altri tessuti. Il frumento può scatenare malattie autoimmuni, malattie cardiache, neuropatia o cancro.
Malattie autoimmuni
Sappiamo che il consumo di frumento spesso provoca attacchi immunitari contro la tiroide, con conseguente ipotiroidismo.
Il frumento può anche scatenare attacchi immunitari contro le cellule pancreatiche Islet (isole di Langherans) che inducono lo sviluppo di diabete tipo 1 sia nei ratti che negli umani.
La causa di tutto questo è stata ritrovata in una proteina del grano, detta globulina 1.
Fortunatamente, gli anticorpi del diabete e ipotiroidismo da frumento tendono a scomparire dopo che il grano viene eliminato dalla dieta.
Il frumento può distruggere anche il cuore. Solitamente, i pazienti trapiantati di cuore sono affetti dal morbo celiaco e quando gli scienziati hanno approfondito gli studi, hanno scoperto che gli anticorpi contro la gliadina del frumento attaccano anche il cuore, portando ad una distruzione dei tessuti cardiaci.
Il frumento può promuovere anche malattie autoimmuni attraverso differenti meccanismi. Il frumento aumenta la permeabilità intestinale, permettendo ai batteri dell’intestino e le loro proteine di entrare in circolo nel corpo.
Probabilmente, a causa dell’aumentata permeabilità intestinale, i celiaci sviluppano disordini al sistema immunitario, incluse sclerosi multipla, lupus, diabete tipo 1, sindrome di Sjogren e tiroidite di Hashimoto – con alta frequenza.
Le persone con sensibilità al glutine muoiono prima.
Nello studio “The China Study” in cui, a partire dal 1976 furono intervistati centinaia di milioni di cinesi e raccolti milioni di campioni di sangue ed urine, è presente la più diretta correlazione tra la malattia ed il consumo di grano. Ovvero:
- il frumento mostrò un aumento del 67% nel rapporto tra il suo consumo e i tassi di mortalità per malattie cardiache.
- il riso mostrò una diminuzione del 58% nel rapporto tra il suo consumo e i tassi di mortalità per malattie cardiache
- Altri grani mostrarono un aumento del 39% nel rapporto tra il suo consumo e i tassi di mortalità per malattie cardiache.
Interferenza con la vitamina D
Ci sono due modi in cui il consumo di frumento interferisce con la produzione di vitamina D:
- attraverso un meccanismo sconosciuto, il frumento provoca il consumo delle risorse di vitamina D. Uno studio ha scoperto che mangiando 20 grammi al giorno di crusca di frumento si ha una perdita di vitamina D più rapida del 43%.
- ricercatori giapponesi hanno scoperto che l’agglutinina del germe del frumento può impedire ai recettori della vitamina D di entrare nel nucleo cellulare.
In definitiva, l’evidenza suggerisce che:
i consumatori di frumento hanno una funzione della vitamina D indebolita e bisogni più alti di vitamina D rispetto a coloro i quali non consumano frumento, con il probabile risultato di essere più vulnerabili ad infezioni croniche e più frequentemente soggetti ad invecchiamento prematuro, autoimmunità, aterosclerosi, Alzheimer e sclerosi multipla.
Gli pseudo-grani: Quinoa, Amaranto e Semi di Chia
Nel suo libro The Paleo Answer, Loren Cordain scrive:
La Quinoa è uno pseudo-grano, originario del Sud America. Come l’amaranto ed i semi di chia, contiene numerosi anti-nutrienti, come saponine, inibitori della proteasi, fitati e tannini. Una potenziale minaccia della Quinoa per la nostra salute è rappresentata dal suo alto apporto di saponine, fino a 5.000 mg/kg. In esperimenti sui topi, le saponine dei semi di quinoa aumentavano la permeabilità intestinale. In sostanza, evitate tutti gli pseudo-grani (quinoa, amaranto, semi di chia e grano saraceno), soprattutto se in presenza di malattie autoimmuni.
Ottimo articolo!
Aggiungo che l’amaranto è praticamente una garanzia di farsi venire calcoli renali per ossalati. Non vorrei sbagliare, ma credo che sia l’alimento che in assoluto contiene più acido ossalico.
Riguardo ai semi di chia invece, spezzerei una lancia in loro favore, a causa dell’eccezionale rapporto omega 3/6
Ciao Gabriele, sono michele, quell oche ti aveva scritto qualche giorno fa e che sta facendo, con insuccesso fino ad ora, la dieta a zona per la mia disbiosi (Sibo), articolo molto interessante.
Puoi fare un articolo anche sul riso? E’ il meno peggio fra i cerelali o è aallo stesso modo dannoso? Un piatto ogni tanto è consentito in poche quantità?
Latte di riso, farian di riso e sciroppo di riso vanno meglio o peggio?
Prima della dieta ogni tanto un bel piatto di riso in bianco non me lo levava nessuno e non stavo affatto male, nemmeno mangiando biscottini di farina di riso e sciroppo di riso accompagnato da tisana verde o latte di riso non mi faceva male.
Ma l’esperto che ormai è una enciclopedia vivente sei tu quindi aspetto i tuoi preziosi consigli a riguardo nella speranza che magari possano essere utili anche ad altri che si trovano nella nostra spiacevole situazione (al momento mangio solo carote a vapore, carne, pesce, un pò di frutta, ma non troppa altrimenti divento un pallone, se potessi infilarci un pochino di riso ogni tanto magari mi caricherei un pò di più).
Invece della dieta a zona ti consiglio là paleozona del dr.aronne romano. Altro che riso…..mettetevelo nella zucca….i cereali ,tutti,sono un cibo adatto solo per gli uccelli i quali si sono adattati a mangiarli dopo milioni di anni di evoluzione…noi no….
Ciao! Mi è piaciuto molto l’articolo. Vorrei sapere le fondamenta scientifiche, quale sono le referenze per ciò che stato scritto? Dove li hai trovati?
Ciao Gabriele
complimenti per il sito,ho 24 anni e da quando ne avevo 17 soffro di stanchezza cronica, la causa mi è sconosciuta, leggendo i tuoi articoli ho deciso di provare la paleo dieta, solo che non riesco a portarla a termine per più di un pasto perche sopraggiungono vertigini, tachicardia, tremore in tutto il corpo,e vista annebbiata, sintomi che si placano solo dopo aver assunto del pane o pasta, volevo chiederti se sai a cosa sono dovuti e se hai qualche dritta da darmi
grazie
E del miglio cosa ne pensate?
Ciao Gabriele, trovo molto interessante il tuo blog e informative varie.
Sono intollerante al lattosio e gluten sensitive (i test genetici escludono celiachia). La dieta ha risolto molto ma non completamente anche a distanza di 1 anno… I gastroenterologi ? Tutti latitanti ed impreparati, metodi empirici a mio avviso. Mi son fatto seguire da un Bio-terapeuta, mi avrà fatto bene o male…non te lo so nemmeno dire.
Riguardo la Regenerus labs in UK, hai un contatto locale a Milano per farmi seguire? (nutrizionista ecc. ) . Mi mandi mail privata ? Grazie 1000!
Ciao Ivano, che io sappia i test Cyrex sono al momento solo disponibili presso health pratictioner convenzionati in UK ed USA. O almeno così era fino allo scorso anno. Ma per fugare qualsiasi dubbio, puoi provare a sentire direttamente il laboratorio.
Mi risulta che da qualche decennio, all’incirca, si tende a demonizzare il frumento quale alimento responsabile della celiachia e della intolleranza al glutine.
Mi chiedo come mai solo ora, dopo oltre 5000 anni di alimentazione a base cerealicola, l’uomo odierno s’accorge di tale responsabilità nei confronti di tali prima ignorate malattie.
Credo che tutti gli alimenti ( finocchi, arance mele, pere, carni di varie specie eccetera) ove consumati in grande quantita o nella versione di alimenti base, in dipendenza della loro composizione chimica, per determinati genotipi umani, possano risultare intolleranti.
Considerata la variabilità genetica della specie homo è naturale che sia così ;
Tuttavia, della loro intolleranza e delle malattie che da essa ne conseguirebbero, nessuno ne parla, nè si sogna di farne di esse, disinteressatamente, oggetti di studio.:
Come mai, allora, tanto interesse per l’intolleranza al glutine?
Che forse tale ‘intolleranza al glutine coinvolge un maggior numero di umani rispetto al numero di umani coinvolti in patologie da intolleranza verso tutti gli altri alimenti extracerealicoli?
:E come mai mancano referti di studi sulle possibili intolleranze verso i costituenti di ciascuno degli alimenti sperimentati dall’uomo, nonche sulle loro rispettive derivanti patologie?
Perchè soltanto il glutine?
Credo che nell’attacco concentrico e denigrante scatenato nei confronti del glutine, – di quel glutine, ripeto, che per 5000 anni è stata fonte di sostentamento d’una buona metà degli umani – sia ravvisabile una strategia di attacco denigratorio d’una qual certa lobby di filibustieri in doppiopetto, burattinai d’una scostumata politica economica tesa ad intralciare la strada dei mercati agli altamente proteici e nutraceutici grani duri del basso mediterraneo ed a spianare la stessa ai frumentelli amidacei ed alle proteine animali d’una qual certa umbratile area eurocanadese.
“In definitiva, l’evidenza suggerisce che” ….
Ciao, una domanda mi perplide MA se non sei né un medico né uno scienziato a quale titolo ti permetti di trarre conclusioni estrapolando dati da chissà quali ricerche scientifiche ?
Grottesco…